La prima volta che…
…mi è stato chiesto di fotografare per qualcuno. Ed è stato ad un matrimonio!
Tutti prima o poi iniziano da qualche parte. Con questo post voglio raccontare come ho iniziato a fotografare, assolutamente da amatore, alla mia prima occasione importante. Con tutto il carico emotivo che questa comporta.
…mi è stato chiesto di fotografare per qualcuno. Ed è stato ad un matrimonio!
Tutti prima o poi iniziano da qualche parte. Con questo post voglio raccontare come ho iniziato a fotografare, assolutamente da amatore, alla mia prima occasione importante. Con tutto il carico emotivo che questa comporta.
Come a molti che hanno la passione della fotografia sarà capitato, c’è sempre quella coppia di amici che, in occasione di un evento importante, ti chiedono di scattare qualche foto. Nel mio caso sì è trattato del matrimonio di due carissime persone a cui sono stato invitato.
In quel momento scatta in testa un meccanismo strano: dato il rapporto personale non si può dire di no anche se, come invitato ci si vorrebbe godere la giornata e non pensare al “lavoro”. Ma in questa occasione i miei amici davvero necessitavano di qualcuno in grado di catturare qualche ricordo di uno dei momenti più importanti della loro vita dal momento che particolari contingenze li avevano portati a muoversi al di fuori dei canoni “tradizonali” e pertanto necessitavano di un fotografo.
Ora, io non sono un professionista, fotografo per passione. Ma ciò non toglie che, un po’ per orgoglio personale, un po’ per il piacere di riuscire a consegnare un lavoro non banale e un po’ perché amo le sfide, nonostante la mia totale inesperienza ho cercato di fare il meglio che ho potuto. E per aggiungere un altro elemento critico c’è da dire che da pochi giorni avevo anche cambiato la mia attrezzatura passando da Canon (con parco ottiche votato alla paesaggistica) a Fujifilm con solo un 23mm fisso. Macchina con il quale ancora dovevo prendere dimestichezza.
Ovviamente, essendo uno degli invitati, non ho potuto fotografare momenti intimi come la vestizione degli sposi o il ricevimento prima della cerimonia come si usa fare in queste occasioni e, ragionando in ottica reportage, è stato un peccato. Il rito era civile perciò ho seguito l’ordine del giorno come stabilito dagli sposi per tutti quindi ho catturato ciò che potevo.
Totalmente ignaro all’epoca di come vanno gestiti questo tipo di eventi, ho cercato di improvvisare (errore!) ispirato da lavori di altri fotografi che avevo visto in precedenza. Certamente oggi userei un approccio molto differente, partirei con già in testa il risultato da ottenere e avendo accumulato più esperienza il risultato sarebbe migliore.
Col senno di poi ho commesso un sacco di errori, dalla luce alla composizione all’editing, ma lì per lì ero anche abbastanza soddisfatto considerando tutto. Si è trattata indubbiamente di una bella esperienza, io mi sono divertito e a riguardarle oggi a distanza di un paio d’anni rimangono dei bei ricordi.
Comunque, la cosa più importante di tutte è che alla fine i miei amici sono rimasti soddisfatti!
Grazie a Lito e Alfonsina.
Fujifilm x100F
Nel luglio 2017 decido di fare un cambiamento per quanto riguarda il mio corredo fotografico.
Da due anni mi trovavo in Inghilterra e avevo deciso di riprendere in mano la fotografia come hobby poiché in quel periodo non avevo altro da fare al di fuori del lavoro. Mio padre, da sempre Canonista, mi aveva regalato il suo 70-200 f/4 L compreso di duplicatore di focale e così, potendo sfruttare un’ottica prestigiosa, decido di comprare una Canon 70D con il suo obiettivo kit, un 18-135. Mi faccio poi prendere dalla GAS (sindrome da acquisto compulsivo) e ci aggiungo batter pack, un 50mm e un 10-18mm. L'idea era quella di dedicarmi alle foto di paesaggio, altri generi non li avevo proprio presi in considerazione.
Tuttavia ben presto mi accorsi che andare in giro con tutto quell’armamentario non faceva per me e inoltre non mi trovavo bene con gli zoom. Non che non funzionassero bene, anzi. Solo che trovavo che per quanto con il mio corredo avessi praticamente ogni focale coperta, per me il grandangolo non era mai troppo “wide” e il teleobiettivo mai troppo “tele”… Ho capito quindi che il mio problema consisteva nell'approccio all'immagine.
E così ho fatto un cambiamento radicale. Sono passato ad un approccio più minimalista approdando in casa Fujifilm comprando una X100F.
Che rivoluzione! Da punto di vista ergonomico per me è il top. Come nelle fotocamere di diversi anni fa sono disponibili ghiere fisiche per controllare in ogni momento il triangolo dell’esposizione, che è ciò che alla fine interessa veramente. ISO, tempi e diaframmi hanno la loro ghiera dedicata che è possibile muovere sempre anche a macchina spenta per avere sotto controllo ogni parametro con un semplice colpo d’occhio. Inoltre il sensore ha una qualità e una gamma dinamica davvero interessanti, una resa agli alti ISO pazzesca e le simulazioni pellicola permettono di creare Jpeg già molto buoni o di partire da una base RAW davvero interessante per fare post produzione.
La lente di 23mm (34,5mm equivalenti nel FF) fissa, non rimovibile, con apertura f/2 si è rivelata buona un po’ per tutto. Bello il livello di dettaglio e il bokeh, bella la focale che ho trovato limitata solo per i ritratti ma nel complesso un ottima lente per fare di tutto, in particolare Street e Reportage.
Con uno strumento del genere bisogna riprendere in mano le basi. Luce, composizione, esposizione…ed è stata un ottimo strumento per migliorare nella tecnica fotografica. Niente zoom perciò bisogna muoversi per trovare la giusta composizione e il fatto di avere una focale fissa aiuta perché quando impari a conoscerla sai già cosa andrai ad inquadrare quando guarderai nel mirino. Insomma, con una macchina così ho fatto un passo indietro per farne dieci in avanti.
L’unico vero difetto stava nella velocità dell’autofocus, davvero lento e quasi inutilizzabile se utilizzato in modalità continua. Motivo per cui spesso l’ho usata in manuale sacrificando qualche stop di apertura per una migliore messa a fuoco ed evitando di fotografare soggetti in movimento o con raffica per via di un hit rate imbarazzante. Certo, non è fatta per la fotografia sportiva ma anche mettere a fuoco mio figlio che gattona verso di me si è rivelato parecchio complesso. Diciamo che tolto qualche limite ed usata per ciò a cui è pensata riesce a dare grandi soddisfazioni.
I file hanno una “pasta” molto particolare, davvero riconoscibile e permettono grandi sviluppi in RAW con una qualità davvero eccellente.
Le dimensioni molto compatte poi ti fanno venire voglia di portartela sempre dietro e di usarla, cosa da non sottovalutare perché aumenta le occasioni di portare a casa immagini interessanti. Io poi sono uno a cui gli accessori piacciono molto perciò, date le dimensioni molto compatte, per renderla più facilmente impugnabile gli ho messo un impugnatura in legno e un thumbgrip dedicato perchè fosse un bell’oggetto anche da guardare.
In definitiva questa macchina mi ha fatto fare il salto verso le mirrorless del sistema Fuji. Ecosistema che personalmente adoro per tanti motivi: ergonomia, robustezza, design, qualità… ed è per questo che quest’anno, dopo quattro anni di soddisfatto utilizzo ed avendone scoperto quei limiti che, seppur pochi, costituivano per me un problema, ho deciso di investire qualche altro soldino e fare un upgrade significativo…